“Dalla culla alla tomba” – “from the cradle to the grave” – è un modo dire. Si riferisce alle promesse, a tutto ciò che instaura un legame perpetuo tra le persone. Può riferirsi a varie cose perché il percorso che traccia racconta di una durata che va oltre la materialità dell’esistenza e ne ricomprende il tutto, in senso olistico. Ma che, comunque, è destinato ad esaurirsi.
È partendo da questo spunto, ma rovesciandolo, che Michael Braungart e William McDonough, ormai vent’anni fa, fecero uscire un libro-manifesto, “Cradle to cradle”, cioè “dalla culla alla culla”, un saggio in cui hanno spiegato come sia possibile unire e tenere collegati aspetti di sviluppo, tutela ambientale e giustizia sociale in ambito di design e creatività.
Il principio-base proposto dagli autori è che i vari prodotti debbano essere pensati e realizzati valorizzando il ciclo biologico per creare oggetti – o progettare ambienti, manufatti, soluzioni urbanistiche – che siano sempre più compatibili dal punto di vista ambientale. Il “cradle to cradle” è ciò che oggi sta alla base di tutte le riflessioni sull’ecodesign.
Diversamente da quanto comunemente ritenuto, infatti, l’ecodesign – o “eco progettazione” – non implica la sola realizzazione di prodotti in materiali sostenibili, ma è caratterizzato dall’idea che un determinato prodotto possa avere una vita anche dopo la scadenza dello scopo per cui è stato realizzato.
Le normative sul design sostenibile
La proposta ha avuto un notevole impatto in questi anni. E come tutte le idee d’impatto, anche il green design (o “design sostenibile”) ha trovato la necessità di essere normato, per evitarne usi impropri.
Nel nostro caso abbiamo la Direttiva europea 2009/125/CE – che riguarda i prodotti che utilizzano una qualche forma di energia – la norma ISO 14006:2020 – che definisce le linee guida di gestione ambientale – e la Direttiva 2018/851 in tema di smaltimento di rifiuti.
I sei principi dell’ecodesign
L’ecodesign è definito da sei principi fondamentali:
- utilizzo di materiali riciclati e riciclabili, prodotti in modo sostenibile e con energie pulite;
- risparmio energetico nei processi produttivi;
- lunga durabilità nel tempo dei prodotti, per ridurre la produzione di rifiuti;
- design in grado di garantire una seconda vita al prodotto;
- minima compresenza di materiali diversi per semplificarne smontaggio e riciclo;
- utilizzo nella produzione di risorse rinnovabili, possibilmente locali, gestite in modo responsabile e compostabili.
Il nostro arredamento sostenibile
L’impegno dell’azienda su ecodesign e arredo sostenibile è presente in molte delle collezioni Mar Plast.
La linea Skin Sand&Stone, per esempio, trasforma i bagni pubblici in spazi moderni e accoglienti attraverso soluzioni di design ecosostenibile con prodotti realizzati in plastica riciclata pre e post-consumo e progettati con l’obiettivo del minor ingombro possibile e, di conseguenza, del maggiore risparmio sui materiali.
E che dire della linea Woodplastic? Si tratta di una gamma di prodotti realizzati con un materiale ibrido fra pellet plastico e residui di lavorazione del legno tutta da… vedere: scarica dal nostro sito la brochure della linea.
Insomma, l’attenzione di MarPlast sul design eco-addicted in questi anni è stato costante e ha dato vita a una serie di prodotti funzionali e ricercati, che si avvalgono di tecniche di produzione e di processi di lavorazione innovativi: cradle to cradle.